08 Dic Da grande voglio cambiare il mondo (ovvero: la leadership, secondo me)
Quella di dieci giorni fa aveva tutte le premesse di una mattinata perfetta. La luce radente del sole autunnale, l’aria frizzante e i colori delle foglie, le gambe che fanno girare i pedali per andare a lavorare dopo mesi in un posto che non fosse casa. Per andare a parlare di leadership a un gruppo di imprenditrici, per sperimentare finalmente sul campo il modello di Brené Brown che negli ultimi due anni ho studiato e approfondito, su cui mi sono certificata e che ho tradotto per renderlo disponibile a tutti, al di là della barriera linguistica.
Aveva le premesse di una giornata perfetta, invece tutto quello che avevo sentito fino a quel momento era rabbia.
Rabbia mentre spegnevo la sveglia, rabbia mentre correvo nel silenzio della città ancora addormentata, rabbia mentre preparavo il caffè.
Se mi fosse capitato un paio di anni fa, avrei buttato giù. Avrei fatto finta di niente, all’esterno andando avanti come se niente fosse (che gli impegni si rispettano, che sul lavoro non si portano le proprie paturnie, che se tanto non si può risolvere allora non vale nemmeno la pena parlarne), dentro accumulando frustrazione e un groviglio allo stomaco cacciato sempre più nel profondo.