26 Feb #seguilatuabussola – Previsioni dal futuro (ipotetico)
Nella lingua dei Chamacoco, una popolazione india del Paraguay, la negazione si esprime con il futuro. Per dire “non ti amo” si dice “ti amerò”; per dire “non ti pago” si dice “pagherò”. Dunque adesso non ti amo, non ti pago; cioè “ti amerò”, “ti pagherò”, ma domani, sempre domani, dunque mai. (Claudio Magris, La Lettura #375)
Ognuno ha il suo modo per rilassarsi la domenica pomeriggio.
Io leggo il giornale.
Mi piace il gesto di stendere le pagine ampie per cui serve appoggiarsi al tavolo, o allargarsi comodi sul divano. Cerco di superare il disincanto che accompagna la politica, scorro veloce la cronaca, mi soffermo se qualcosa cattura la mia attenzione. Mi concedo quella che potrebbe sembrare piacevole inutilità, e mi immergo finalmente nell’inserto culturale. La domenica lo assaggio solo, per poi tenerne una pagina al mattino mentre faccio colazione, un’altra mentre mi asciugo i capelli. A volte scopro qualcosa di cui non sapevo niente, altre mi guardo intorno come se chi ha scritto un articolo mi stesse spiando e avesse scelto l'argomento proprio per me.
Quella domenica mattina stavo parlando di futuro con mio fratello.
Anzi, no, non è esatto. Più che altro stavamo parlando di mezzi progetti, di idee, di spunti. Quelli che ti passano nella testa ma non sembrano trovare la strada per uscire da lì, e diventare qualcosa di vero.