L’arte di saper ascoltare

imparare ad ascoltare

Siamo la società della comunicazione costante. Abbiamo tutti la possibilità di scrivere, fotografare, raccontarci, condividere ogni pensiero e ogni cosa che stiamo facendo. Guardiamo, ma non sempre vediamo. Sentiamo, ma non è detto che ancora abbiamo capito cosa voglia dire saper ascoltare.

Ma se stiamo tutti parlando, alla fine chi è che ascolta davvero?

Cosa significa saper ascoltare

Sarà la mia passione per le parole, ma oggi vedo sempre più confusione tra ascoltare e sentire. Percepiamo le onde sonore che ci colpiscono viaggiando attraverso l’aria, ma una volta che ci hanno raggiunto, cosa ce ne facciamo?

Il termine sentire fa riferimento a tutte le informazioni che riceviamo, appunto, attraverso i sensi. Può descrivere un suono ma anche le percezioni che ci raggiungono attraverso il tatto, il gusto, l’olfatto. Un’azione passiva, che non richiede consapevolezza.

Ascoltare richiama invece un coinvolgimento diretto, che presuppone intenzionalità. Per ascoltare non bastano le orecchie, deve intervenire anche la mente. Non a caso è un termine che racchiude in sé anche ciò che segue la percezione pura e semplice: ascoltare è affidarsi ai consigli ricevuti, dare retta, prestare attenzione.

Ascoltare è estrarre senso, creare un significato.

Perché oggi è così difficile saper ascoltare?

Julian Treasure, esperto di comunicazione e di suono, già in un Ted Talk del 2011 osserva che questo processo di estrazione di significato è sempre più difficoltoso. Perché oggi abbiamo a nostra disposizione talmente tanti mezzi per registrare ciò che viene detto (dallo scritto al video, passando per tutti i livelli intermedi) da rendere poco vantaggiosa una capacità di recepire informazioni con il solo ascolto. E, soprattutto, perché il mondo è sempre più affollato di rumore.

Tra i tanti stimoli, diventa difficile distinguere quelli importanti.

E risulta sempre più complicato concentrarsi su un unico messaggio perché quando ci fermiamo per essere realmente presenti abbiamo paura di essere travolti e restare indietro. Di non essere abbastanza veloci, efficienti.

Per allenarci nuovamente ad ascoltare, Treasure propone alcuni semplici esercizi come quello di dedicare qualche minuto al giorno al silenzio, e suggerisce un modello di comunicazione che chiama RASA, dal termine sanscrito che significa essenza.

  • Ricevere, cioè prestare attenzione alla persona che emette il messaggio.
  • Assentire, dare segni che mostrano che stiamo seguendo il discorso.
  • Sintetizzare, per mostrare (o verificare) ciò che abbiamo capito.
  • Approfondire, facendo domande una volta che abbiamo dato al nostro interlocutore tutto lo spazio di cui aveva bisogno.

Gli stessi principi ascoltati in tanti corsi di comunicazione, ma forse con qualcosa in più.

Perché saper ascoltare è anche un dono

Ascoltare veramente chi abbiamo di fronte, concentrando tutta la nostra attenzione su di lui. Qualcosa di semplice che sembriamo aver dimenticato, un gesto che ha effetti quasi magici.

Il suono ci colloca nel tempo e nello spazio. Se chiudiamo gli occhi, riusciamo ad orientare il nostro movimento sintonizzandoci con attenzione su ciò che ascoltiamo. E il suono racchiude intrinsecamente in sé il fluire del tempo dal passato al futuro.

Ed è proprio questo che doniamo ascoltando.

La nostra presenza, che assottiglia la distanza nello spazio. E che, soprattutto, sposta la focalizzazione da noi stessi e dalle nostre opinioni per illuminare chi abbiamo davanti a noi e lasciar emergere le sue idee.

Il nostro tempoche nell’ascoltare veramente deve poter scorrere senza interruzioni. Adattando il nostro ritmo a quello di chi ci sta di fronte, senza spingerci un passo più avanti per commentare, frenando la tentazione di interrompere appena crediamo di aver capito dove vuole andare a parare.

Perché le parole sanno creare ponti, se dall’altro lato c’è qualcuno che ascolta ed è pronto ad aiutare a costruirli.

Laura Cerioli
laura.cerioli@yahoo.it

People Partner | HR Transformation | Leadership Development. Lavoro a supporto di aziende in crescita, in quella delicata fase di passaggio che richiede di rivedere, ottimizzare e sistematizzare i processi interni dedicati alla gestione e allo sviluppo delle persone.

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