19 Nov Val sempre la pena di fare una domanda, ma non sempre di darle una risposta (O. Wilde)
Venire fino in Cile e andare ad Iquique e non a San Pedro di Atacama è un po’ come visitare l’Italia e saltare Venezia preferendole Treviso.
Con tutto il rispetto per Treviso, naturalmente.
Atacama è un'altra delle superstar del turismo sudamericano, con i suoi geyser e le sue formazioni geologiche. Era anche sulla mia, di mappa. Ma sono rimasta più del previsto in Peru, conquistata dalla sua storia e dalle sue bellezze naturali. Mi sono trovata a dover scegliere tra il nord e il sud del Cile. E per arrivare in Patagonia, la cui natura mi chiama fin da prima della partenza, preferisco evitare tentazioni. Eccomi sulla costa, quella fascia pianeggiante chiusa tra l'Oceano Pacifico e l'arida precordigliera, che sembra scorrere tutta uguale fuori dal finestrino dell'autobus.
Arrivo ad Iquique in un giorno festivo e le strade sono desolate (e desolanti).
Le vacanze di europei e americani sono terminate, Argentini e Cileni si muoveranno a partire da inizio dicembre, con le festività e l'inizio dell'estate. Così ogni volta che arrivo in ostello scopro di avere a disposizione un sacco di spazio, ma molte strutture turistiche stanno approfittando di questo periodo per prendere fiato o rinnovarsi. Chiedo un suggerimento a Ivan, il proprietario che mi sta rimpinzando con la colazione che è il vanto della sua ospitalità. Mi racconta del passato minerario della città, della madre nata in uno degli agglomerati sorti per ospitare i lavoratori e le loro famiglie.