Opposti in equilibrio

Opposti in equilibrio

Chissà perché, in qualunque parte del mondo cammini, ad un certo punto trovi una pila di pietre disposte una sopra l’altra. Cercando l’altezza, cercando l’equilibrio.

Forse la prima volta in cui mi sono trovata in bilico tra due strade divergenti è stata la scelta della facoltà universitaria. Da un lato, le lingue straniere – che per me rappresentavano il desiderio di poter comunicare direttamente con persone di provenienza e cultura diversa. Dall’altra, l’astronomia – lo spazio, il mistero, le stelle. Non ho avuto il coraggio di scegliere la strada meno comune, convinta che non potevo essere abbastanza brava da trovare il mio posto in un mondo ristretto come quello di chi passa la sua vita a studiare il cosmo. Certamente, due strade apparentemente inconciliabili: già a diciott’anni mi sentivo in equilibrio precario tra poli opposti.

Oggi si parla spesso di multipotenziali, persone che si appassionano a cose molto differenti tra di loro. E che quindi, specialmente quando si tratta poi di definire “cosa voglio fare da grande”, si trovano seria in difficoltà.

A volte perché si vedono abbastanza brave in tante cose ma non ne riescono ad individuare una in cui si sentono veramente brave, insomma abbastanza da investirci tutto il proprio impegno. A volte, forse ancora più di frequente, perché non vorrebbero rinunciare a nessuna delle proprie passioni. Temono di perdere qualcosa, limitandosi ad una sola opzione. Soprattutto, temono che la strada scelta possa essere quella sbagliata.

Ma dove sta l’equilibrio?

Mi è sempre piaciuta la chimica. Al liceo ero in una sezione sperimentale che prevedeva questa materia fin dal primo anno. E sarà che sono cresciuta tra gli strumenti di laboratorio di mia madre o che a quindici anni ogni cosa può ancora essere un gioco, tutto mi sembrava semplice e naturale.

La chimica spiega, la chimica ti dà risposte precise.

Se mescoli una serie di componenti, ne ricavi un risultato certo. Una corrispondenza così perfetta da potersi esprimere in un’equazione. Nulla si crea, nulla si distrugge. Nessun dramma, nessun colpo di scena. Tutto si trasforma in maniera saldamente prevedibile.

In equilibrio dinamico

Ho passato la maggior parte della vita convinta che fosse colpa mia. Mi sembrava che tutti gli altri sapessero esattamente cosa volevano, mentre io finivo ciclicamente per chiedermi come diamine fossi arrivata fin lì.

Ma proprio come nella chimica, inizio a vedere come le contraddizioni, gli aspetti apparentemente inconciliabili, i contrasti che abbiamo dentro di noi sono sempre e comunque parte della nostra equazione.

Ogni elemento è parte integrante del nostro equilibrio. Solo, è un equilibrio a tratti volubile, certamente precario.

D’altra parte anche quelle equazioni che ci apparivano tanto granitiche e perfette erano spesso l’espressione di un equilibrio dinamico. Azione e reazione che avvengono contemporaneamente e che determinano in ogni istante un nuovo punto di incontro tra evoluzioni opposte.

Ed ecco allora che tutto assume un senso. Ogni interesse, ogni aspetto del mio carattere, ogni azione che sembrava tirarmi in direzioni opposte e che credevo mi avrebbero portato prima o poi a frantumarmi in mille pezzi, possono invece essere accolti nel mio unico equilibrio in movimento.

In equilibrio con gli altri e con noi stessi

Non che sia semplice. Proprio come in una reazione chimica, quando inseriamo un nuovo elemento l’equilibrio viene messo in discussione e sarà necessario ricostruirne uno nuovo.

I cambiamenti delle circostanze interne ed esterne scuotono la nostra equazione. Costringono noi e gli altri alla ricerca degli aggiustamenti necessari a tornare ad uno stato di armonia, rispetto a noi stessi e all’ambiente in cui ci muoviamo.

C’è chi reagisce al cambiamento provando a minimizzarne gli effetti, a controllarlo, a chiudere gli occhi su quello che sta succedendo. Come se questo lo facesse dissolvere. Anche io sono stata per molto tempo così. Perché non avrei dovuto difendere a spada tratta quell’equazione che avevo tanto faticato a scrivere?

Avevo paura dell’incongruenza, dell’errore. E sì, anche della fatica.

Ma la bilancia si ribalta che noi lo vogliamo o no, e per riportarla a quella che è la nostra autenticità, e quindi letteralmente al nostro aequi-librium, non ci sono scorciatoie. Fingere, quella sì che sarebbe una sconfitta.

E allora mi rimetto alla ricerca. Ogni giorno, perché l’antitesi diventi integrazione. Completezza. Armonia.

Il mio equilibrio degli opposti.

Laura Cerioli
laura.cerioli@yahoo.it

People Partner | HR Transformation | Leadership Development. Lavoro a supporto di aziende in crescita, in quella delicata fase di passaggio che richiede di rivedere, ottimizzare e sistematizzare i processi interni dedicati alla gestione e allo sviluppo delle persone.

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