Qual è la tua unità di misura del valore?

Non ho mai pensato molto al mio rapporto con il denaro. Sono cresciuta in una famiglia in cui di soldi si parlava poco e, in qualche modo, questo mi ha lasciato la convinzione che il denaro non fosse poi così importante. O, per lo meno, che lo fosse solo in relazione a quello che permette di realizzare.

Un mezzo, non certo un fine.

Non mi sono mai posta la domanda se il mio stipendio fosse alto o basso in relazione alle mie competenze, al mio impegno, alle mie responsabilità. Mi chiedevo solo se lo stipendio che ricevevo fosse adeguato alla vita che volevo vivere, a permettermi l’indipendenza e di dedicarmi a ciò che mi appassionava.

In cosa trovi la tua energia?

Oggi non sono andata a correre. Quando la sveglia è suonata l’ho spenta e mi sono voltata dall’altra parte. Di solito sprizzo energia fin dal primo mattino, ma in questi giorni non è così. E mi sono chiesta il perché.

Mi sono ricordata quella volta che mi è stato chiesto di compilare la “Lista dei complimenti più belli che hai ricevuto”. Magari anche tu fai classifiche per tutto come Nick Hornby, che in Alta Fedeltà spazia dalle “cinque più memorabili fregature sentimentali” all’elenco dei cinque lavori dei sogni, per poi tuffarsi in liste musicali di ogni genere. A me invece la parola lista faceva venire in mente la spesa, o al massimo la traccia delle cose da non dimenticare.

Mia sorella è partita da quindici giorni. Non è ancora il trasferimento definitivo, ma ormai si tratta solo di attendere i tempi tecnici per ottenere il visto di lavoro. Ha venduto la maggior parte delle sue cose, altre le ha regalate, la casa è sempre più vuota. Spera di riuscire a vendere presto anche quella. Direzione, l'Australia. Quello che si dice cambiare vita.

E in effetti, quando pensiamo a come potremmo inventare la nostra vita immaginiamo possa essere solo così.

Mollo tutto, vado via. Addio al traffico, alla fretta, alle troppe ore di lavoro.

Un bellissimo quadro, che però per la maggior parte delle persone resta il proverbiale sogno nel cassetto. Chiuso a doppia mandata.

Opposti in equilibrio

Chissà perché, in qualunque parte del mondo cammini, ad un certo punto trovi una pila di pietre disposte una sopra l’altra. Cercando l’altezza, cercando l’equilibrio.

Forse la prima volta in cui mi sono trovata in bilico tra due strade divergenti è stata la scelta della facoltà universitaria. Da un lato, le lingue straniere - che per me rappresentavano il desiderio di poter comunicare direttamente con persone di provenienza e cultura diversa. Dall’altra, l’astronomia - lo spazio, il mistero, le stelle. Non ho avuto il coraggio di scegliere la strada meno comune, convinta che non potevo essere abbastanza brava da trovare il mio posto in un mondo ristretto come quello di chi passa la sua vita a studiare il cosmo. Certamente, due strade apparentemente inconciliabili: già a diciott’anni mi sentivo in equilibrio precario tra poli opposti.

Condor Argentina leggerezza

Da due mesi tutto intorno a me sembra parlare di cammino.

Conosco donne che camminano, leggo i loro libri, preparo e condivido esercizi per riflettere sul potere trasformativo di un’esperienza di cammino.

Era inevitabile mi tornasse voglia di camminare.

Infilo le scarpe che mi hanno accompagnato per le strade del Sudamerica, guardo lo zaino che attende paziente chiuso nell’armadio. Ho bisogno della felicità della leggerezza. Ho voglia di quella sensazione di libertà.