E venne il giorno

San Quirico d’Orcia — Radicofani, 32 km

Step by step/ I’ve come closer to reaching the top/ Every step must be placed so that I don’t fall off… (No Doubt)

La strada che porta a Radicofani è il tappone di montagna con arrivo in salita del pellegrino francigeno. Tutti ne parlano con reverenza, rispetto, a volte quasi timore. E venne il giorno.

Effettivamente quando all’improvviso la rocca si staglia in lontananza sulla vetta del colle, la reazione è duplice: da un lato la sensazione positiva di vedere la propria destinazione. Dall’altro la consapevolezza di quanto questa destinazione sia lassù. Molto, molto, molto lassù.

 

Partire da un ostello no vacancy significa, anche, che venne il giorno in cui ho iniziato a condividere la strada con altri viandanti. Le prime due ore ho camminato con Renato, torinese al suo primo cammino che, oltre ai consueti scambi per ragguagliarsi sul “da dove sei partito/dove vai”, per supplire alla mia totale ignoranza botanica mi ha mostrato piante di cappero e ginestre in fiore. Siamo arrivati insieme fino a Bagni Vignoni, dove ci siamo fermati per far colazione con vista sulla meravigliosa vasca di acqua termale che occupa ancora la piazza centrale del paese, prima di salutarci e proseguire ciascuno al suo passo. 

Poi ho incrociato diversi ciclisti che, nei Cammini, costituiscono una genìa a parte. Anche il loro è un movimento lento, se paragonato a quello cui siamo abituati. Ma è comunque troppo veloce rispetto al Viandante, con cui si incrociano al massimo per una tappa, più spesso solo per il tempo di un saluto. Anche se sulla Francigena non è proprio così, soprattutto in giornate come queste. Il fondo memoso, fastidioso per chi cammina, può diventare una vera trappola per chi pedala e resta bloccato in questa sorta di cemento a presa rapida.

Il peggiore, però, è il genere Mr. Know-It-All. Quello che non solo sa esattamente e sempre cosa è meglio fare. Ma, soprattutto, vuole spiegarlo a te. Mi correggo, vuole imporlo. E se già sono alquanto insofferente quando un consiglio non richiesto arriva da una persona vicina, figuriamoci da un perfetto sconosciuto. Naturalmente, oggi il personaggio in questione l’ho incrociato in un momento in cui era impossibile sfuggire. Stava iniziando il temporale giornaliero. E soprattutto, avevo assolutamente bisogno di mangiare. E c’era un unico bar nel raggio di 10 km. Forse sulla pioggia avrei anche potuto soprassedere. Ma sulla fame — no. In questi giorni pare abbia costantemente fame. Sì sì so cosa stai pensando. Più del solito? La risposta è sì.

Così ho dovuto sopportare che mi venisse detto che sarebbe stato meglio resistere e non mangiare. Che è inutile seguire il percorso francigeno passo passo quando puoi seguire la statale. Che per stasera avrei dovuto scegliere l’altro ostello, sarebbe stato meglio.

Finalmente un sentiero, mi sono infilata ed è tornato il silenzio. Il ritmo dei miei pensieri, sempre rapidi e ingarbugliati ma con cui ho fatto pace a sufficienza da osservarli senza volerli per forza districare. E mentre il cielo tornava ad aprirsi nel diluvio, sono arrivata a Radicofani.

Una doccia calda, e poi potevo forse rinunciare a scalare l’ultimo dislivello per arrivare alla Rocca? Non so cosa ne penseranno domani le mie gambe, ma la vista dalla cima valeva anche l’ultimo dei gradini.

La giornata si chiude con la bellissima esperienza di cena comunitaria presso l’Ostello della Misericordia. Jean-Jacques partito dalla Provenza e che da qualche giorno condivide il cammino con il comasco Umberto. Il primo ultrasessantenne silenzioso e pacato, il secondo ventisettenne spontaneo che parla sempre, uno strano mix che sono certa arriverà fino a Roma. I due amici brianzoli che marciano per un terzo che non c’è più. Le ragazze sarde che devono iniziare il loro percorso e la coppia di romani che è stata cinque volte a Santiago. La coppia di nordic walker veneti, cordiali e sorridenti. Persone diverse, storie che si mescolano, tutti uniti intorno ad un tavolo con davanti un piatto (abbondante!) di pasta preparato dalla nostra hospitalera Cinzia, inizialmente schiva ma poi motore di questo momento speciale. Un dono che rende più pieno questo cammino.

Non so se lo leggerai mai, ma grazie di cuore Cinzia.

 

Giorno 3, 192 km a Roma

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Laura Cerioli
laura.cerioli@yahoo.it

People Partner | HR Transformation | Leadership Development. Lavoro a supporto di aziende in crescita, in quella delicata fase di passaggio che richiede di rivedere, ottimizzare e sistematizzare i processi interni dedicati alla gestione e allo sviluppo delle persone.

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